Jām-e Jam

Bellezza ferita

زیبای شکسته

Una mostra di opere di Manije

La ferita è il luogo dove la luce entra in te

—Rumi, poeta persiano, XIII secolo (attribuzione)

Le creazionii in porcellana di Manije traggono ispirazione dai dervisci sufi persiani, che usano il jām—un contenitore simbolico—per donare e ricevere offerte spirituali.

Col tempo, ha affinato la propria maestria fino a creare porcellane contraddistinte da una sottilissima leggerezza e da una delicatezza straordinaria.

I suoi jām, spesso segnati da fratture e crepe, incarnano una forza silenziosa — forme che accolgono nuova vita attraverso le proprie imperfezioni.

Plasmate dalla turbolenza della rivoluzione iraniana, le opere di Manije parlano della resilienza discreta che si cela nella rottura, e della bellezza duratura che emerge da essa.

  • E, strano a dirsi, fra quella gente di creta

    Alcuni potevan parlare, altri no;

    E d’un tratto uno, più impaziente, gridò —

    “Chi è il vasaio, prego, e chi il vaso?”

    Omar Khayyám , Persian mathematician, astronomer, poet, and philosopher (1048 -1131)
  • Alexandra Monroe, Senior Curator, 2019

    Ognuno più perfettamente imperfetto del precedente. È come tenere in mano luce modellata.

    Impalpabile, eppure risonante di millenni di culture. Leggero, eppure pieno di presenza. Poesie d'argilla.

    Alexandra Monroe, Senior Curator, 2019
    Asian Art, Solomon R. Guggenheim Museum
  • Leonard Cohen, Musician, 1992

    C’è una crepa, una crepa in ogni cosa.
    È da lì che la luce entra.

    Leonard Cohen, Musician, 1992
  • Marina Abramovic, Artist, 2019

    Queste ceramiche sono delicate, fragili, e allo stesso tempo, rafforzate dal respiro della loro creatrice.

    Sono indistruttibili nella loro bellezza.

    Marina Abramovic, Artist, 2019

La mostra Broken Beauty di Manije Mirdamad nasce da una riflessione profonda sulla bellezza che si cela nella fragilità e nella rottura. Le sue opere in porcellana sottile diventano simboli di resilienza, capaci di trastormare la vulnerabilita in forza. Ogni crepa diventa un frammento di luce che invita a riconoscere le imperfezioni come parte preziosa di sé, sia individualmente che collettivamente.

Questa poesia affonda le radici nella tradizione dei Dervisci Sufi persiani, mistici che attraverso rituali e danze cercano l'unione con il divino. Le opere di Manije richiamano simboli della sua cultura: il Jamshid, leggendaria coppa reale, custode di verità nascoste, e il Kashkul, il recipiente semplice utilizzato per raccogliere offerte, segno di umiltà e cammino spirituale. Questi elementi intrecciano mito e realtà, il sacro e il quotidiano, tracciando un ponte delicato tra anima e vita.

Il gesto di modellare la porcellana diventa un atto di memoria viva, un filo che unisce passato e presente attraverso il racconto della forma, sempre sospeso tra eleganza e trasparenza quasi eterea. Ma è proprio nella sua estrema fragilità che si nasconde la poesia più vera.

Plasmata dalle cicatrici della rivoluzione iraniana, Manije esprime una resilienza silenziosa e una bellezza duratura. La sua esperienza personale si fonde con un linguaggio universale che trasmette emozioni profonde con delicatezza. Il suo percorso creativo esplora la trasformazione, assottigliando la materia fino al limite della sua esistenza e tracciando nella rottura segni di rara bellezza. L'imperfezione diventa così una qualità preziosa, da cui nasce il titolo della mostra. Broken Beauty è un inno all'armonia che si sprigiona nell'abbracciare la fragilità autentica.

In un'epoca che spesso riafferma la perfezione ed evita la complessità, quest'opera è un invito potente ad accogliere la vulnerabilità.
Ogni crepa racconta una storia, ogni frattura si trasforma in occasione di crescita e rinascita. Broken Beauty apre un dialogo collettivo sulla trasformazione e la valorizzazione delle nostre molteplici sfumature, celebrando la ricchezza della complessità del presente.

Ludovico genone, co-curatore, 2025